mercoledì 26 febbraio 2014

I Fiori di Borina

Un ramoscello di rododendri bianchi le aveva dapprima sussurrato di recarsi nel bosco e cercare un leggiadro alberello; rami ed erbe le avevano poi detto d’incoronare ogni giorno quell’alberello con ventisette fiori; le sorgenti le avevano ancora consigliato di far ciò durante sette estati; infine, una grande sorgente, sgorgata fuori da un crepaccio della roccia le aveva gridato che, giunta alla fine della settima estate, ella avrebbe dovuto con un’ascia tagliare i rami dell’albero e spaccarne poi il tronco.”

(Karl Felix Wolff, L’Anima delle Dolomiti)

Dopo sette lunghe estati, la donna che aveva udito ciò che narrano i fiori e le sorgenti, portò a compimento l’incantesimo e, tagliato a malincuore l’alberello che lei amava tanto, trovò al suo interno una meravigliosa bambina dalla pelle chiara come petali di giglio di monte e avvolta i fini e pregiati tessuti.
La bambina venne chiamata Borina, perché era nata in una bora, che nella lingua ladina indica il tronco degli alberi.
Borina è dunque la Figlia dell’Albero, nata dal tronco e da ventisette magici fiori.
La sua dolcissima nascita mi ricorda tanto quella di Viso di Fiori, la splendida Dea Blodeuwedd degli antichi miti gallesi, nata dai fiori della ginestra, della quercia e della profumatissima ulmaria, e ancora, da quelli dell’ortica bianca e dalla primula montana. (*)
Borina è la Fanciulla che fiorisce e inverdisce, la delicata bambina che emerge dall’albero, così come i petali emergono dai boccioli e i germogli dai semi. E potrebbe essere considerata una dolomitica Blodeuwedd, una nostra più vicina Bambina dei Fiori e Fanciulla Fiorita: la Fanciulla che Fiorisce e che porta Fioritura.
Sua madre è una donna che ascolta la voce della Natura e segue con attenzione e amore i suoi armoniosi consigli. Riconosce l’albero che più ama nel bosco, e prima di incoronarlo lo abbraccia, lo tiene stretto al cuore, piena di profondo affetto per lui.
Durante sette lunghe estati gli offre ventisette tipi di fiori, e a questo punto mi sono chiesta, per amore di sapere e pura curiosità, quali avrebbero potuto essere i fiori offerti alla piccola Borina per aiutarla a nascere e, immagino, per infonderle tutte le sue buone virtù.
Sicuramente devono essere stati fiori che crescono in montagna, e in particolare sulle Dolomiti.
Mi piace pensare che la donna, che comprendeva la voce delle piante e delle acque, abbia colto in segreto la bella stella alpina, e i rododendri bianchi e viola. Mi piace pensare che abbia unito mazzetti di genziana, di epatica dai bei fiori lilla e dalle foglie trilobate, e i celesti nontiscordardimé. Le guance rosate di Borina devono essere state colorate dall’erica carnicina, e il suo corpo flessuoso forse contiene lo spirito del larice e dei suoi morbidi fiori rosa intenso. E poi mi piace immaginare che siano presenti anche i gigli di monte, i trifogli bianchi montani, le leggiadre silene e l’elleborina rosa. Sicuramente dev’essere stata presente la sacra soldanella, che in un’altra leggenda dolomitica era stata, un tempo, una bellissima fanciulla. E poi, ancora, le campanule e i crochi alpini, la pulsatilla e la pratolina, la fragaria e la centaurea montana. Forse è presente anche il regale asfodelo, che rende la fanciulla vicina ai reami dell’Altromondo, e insieme a lui il bellissimo astro, la saponaria dei prati e due fiori che erano già stati parte della nascita di Blodeuwedd: l’ortica e la primula di montagna.
A coronare l’incantesimo, la fatata aquilegia, il fiordaliso e la nobile rosa canina.
Ma una pianta sola manca per concludere i ventisette fiori, e forse proprio la più importante. Chissà se questa possa essere il sacro melo?
Se così fosse, Borina sarebbe la fanciulla coronata di fiori di melo, che numerosi crescono nelle valli di montagna. Anzi, forse lo stesso albero che la madre scelse per far nascere la sua bambina era, sin dal principio, un giovane melo fiorito…
Così Borina, Figlia dell’Albero, potrebbe essere la Figlia del Melo e dei suoi magici fiori.
Nulla è certo, se non che tutti questi fiori fanno parte della rigogliosa flora dolomitica, ed è forse possibile che in una simile leggenda, e nella tradizione religiosa matriarcale che l’ha tramandata in forma di fiaba sino ai nostri tempi, fiori simili a questi dessero vita alle Figlie degli Alberi, così come lo è Borina.
A me piace tanto pensarlo…

Quanti altri splendidi fiori nascono su quei versanti verdi e rocciosi? Ognuno può essere stato madre di Borina, la Fanciulla Albero coronata di Fiori. Ognuno può averle infuso le sue molte e diverse virtù.
Osservando questa storia e la nascita di Borina, nella quale non vi è alcun intervento da parte del maschio – che oltretutto in questo caso si dimostra ostile e in opposizione al volere della madre – sento la profonda armonia che regnava sovrana in quei luoghi guidati dall’antico matriarcato. Quando era ancora possibile comprendere il linguaggio dei fiori e delle sorgenti, e veder nascere da un giovane albero la fanciulla più bella che Natura potesse creare.


* I fiori che danno vita a Blodeuwedd sono quelli originari elencati nel poema gallese Cad Goddeu, la Battaglia degli Alberi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono quasi tutti fiori che si vedono da queste parti *.* per non parlare dei Meli... la borgata ne è piena :))
E' una bellissima ispirazione, Grazie Violetta ^.^

Danina